Solo detrazione diretta, addio cessione e sconto
Dal 17 febbraio 2023 cessione del credito e sconto in fattura sono storia. L’unica eccezione riguarda crediti già comunicati o casi molto specifici.
Se hai in programma di ristrutturare casa nel 2025, sappi che il panorama degli incentivi edilizi è completamente cambiato. La Legge di Bilancio ha introdotto quello che potremmo definire un sistema a “due velocità”: chi ristruttura la prima casa può contare su detrazioni al 50%, mentre per le seconde case si scende al 36%. Ma le novità non finiscono qui.
La vera rivoluzione è che non esistono più cessione del credito e sconto in fattura. Questo significa che potrai beneficiare degli incentivi solo se hai abbastanza tasse da pagare per “assorbire” le detrazioni. È un cambiamento radicale che esclude di fatto chi non ha capienza fiscale IRPEF sufficiente.
Dal ricco menu di bonus degli anni passati, nel 2025 rimangono attivi sei incentivi principali. Il Bonus Verde? Sparito. Il Superbonus? Sopravvive solo per chi aveva già avviato i progetti entro ottobre 2024. E se guadagni più di 75.000 euro all’anno, preparati a fare i conti con nuove limitazioni. Anche le caldaie a gas tradizionali sono state messe al bando dagli incentivi. Insomma, serve una bussola per orientarsi in questo nuovo scenario.
Il Bonus ristrutturazioni, ancora il re degli incentivi

Il Bonus ristrutturazioni rimane il grande protagonista del 2025, ma con una novità importante: se ristrutturi la tua abitazione principale, puoi contare su una detrazione del 50% invece che del 36%. È la prima volta che viene fatta questa distinzione, e rappresenta un vero e proprio incentivo per chi investe sulla propria casa.
Quanto puoi detrarre nel 2025
Facciamo subito i conti in tasca. Se stai ristrutturando la tua prima casa, puoi detrarre il 50% delle spese fino a un massimo di 96.000 euro per appartamento. In pratica, se spendi proprio il tetto massimo, potrai detrarre 48.000 euro spalmati in 10 anni, quindi 4.800 euro all’anno.
Per tutte le altre case – seconde case, case vacanze, immobili da affitto – la detrazione scende al 36%, sempre su 96.000 euro di spese. Qui la detrazione massima sarà di 34.560 euro, pari a 3.456 euro all’anno per dieci anni.
Ma attenzione: questo vantaggio per la prima casa non durerà in eterno. Dal 2026 al 2027 le percentuali scenderanno rispettivamente al 36% e 30%, mentre dal 2028 tutti gli immobili saranno trattati allo stesso modo con una detrazione unica del 30% su un massimale dimezzato a 48.000 euro. Insomma, se devi ristrutturare, il 2025 è decisamente l’anno giusto.
Cosa puoi ristrutturare (compresi sanitari e ceramiche)
Qui arriva la parte interessante per chi ha in mente una ristrutturazione completa. Il bonus copre una gamma molto ampia di interventi, e finalmente possiamo fare chiarezza su alcune voci che spesso creano dubbi.
Bagni e sanitari: Puoi rifarre completamente il bagno installando nuovi sanitari, bidet, lavabi e tutto l’impianto idrico-sanitario. Non si tratta solo di sostituire il pezzo rotto, ma di veri e propri interventi di rinnovamento o potenziamento dell’impianto esistente.
Ceramiche e piastrelle: Qui c’è una precisazione importante. Le piastrelle e i rivestimenti ceramici rientrano nel bonus quando fanno parte di una ristrutturazione più ampia che modifichi la distribuzione degli spazi o migliori le caratteristiche funzionali della casa. Non basta quindi cambiare le piastrelle per motivi puramente estetici – deve esserci un progetto di ristrutturazione dietro.
Pavimenti: Stesso discorso per i pavimenti. Puoi rifare completamente le pavimentazioni interne ed esterne, purché non si tratti di una semplice sostituzione con materiali identici. Se cambi materiale o fai interventi che migliorano le prestazioni dell’immobile, rientri nel bonus.
Altri lavori che “passano”: Realizzare una mansarda o una veranda, aprire nuove porte e finestre, installare un ascensore, eliminare l’amianto, rendere la casa accessibile, costruire un garage pertinenziale. La lista è lunga e comprende praticamente tutto quello che si può definire “manutenzione straordinaria”.
Dal febbraio 2023 le regole del gioco sono cambiate radicalmente. Non esistono più cessione del credito e sconto in fattura. Questo significa che devi avere abbastanza tasse da pagare per poter “assorbire” la detrazione in 10 anni. Se non hai capienza fiscale sufficiente, perdi parte del vantaggio.
Ecobonus 2025, efficienza energetica sì, ma senza gas
L’Ecobonus segue le stesse regole del bonus ristrutturazioni – 50% per la prima casa, 36% per le altre – ma con una grande novità: le caldaie a gas tradizionali sono fuori dal bonus. È una svolta epocale che spinge verso tecnologie più sostenibili, in linea con le direttive europee del Green Deal.
Cosa è ancora incentivato e cosa no
Il governo ha fatto piazza pulita delle caldaie a condensazione tradizionali e dei generatori d’aria calda alimentati a combustibili fossili. Ma non è tutto nero: rimangono nel bonus i sistemi ibridi che combinano pompe di calore e caldaie in un unico sistema certificato, i generatori a biomassa, le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi geotermici e i collettori solari termici.
Per gli infissi le regole rimangono le stesse: devi rispettare i limiti di trasmittanza termica che variano a seconda della zona climatica (da 3.0 W/m²K per le zone più calde fino a 1.6 W/m²K per quelle più fredde). Serve sempre l’APE – l’Attestato di Prestazione Energetica – e l’asseverazione di un tecnico.
I massimali sono gli stessi del bonus ristrutturazioni – 96.000 euro per interventi generali – ma con limiti specifici per alcune tipologie: 60.000 euro per gli infissi, 30.000 euro per le caldaie ancora ammissibili.
La comunicazione ENEA, un passaggio obbligato
Se fai interventi che portano a un risparmio energetico, devi comunicarlo all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Il portale è in aggiornamento per adeguarsi alle nuove regole del 2025, quindi i 90 giorni partiranno dall’attivazione della versione aggiornata. È un passaggio che spesso viene dimenticato, ma è fondamentale per non perdere il bonus.
Sismabonus 2025, meno complicato ma stesso obiettivo
Il Sismabonus ha fatto una dieta dimagrante eliminando tutte quelle percentuali complicate (70%, 80%, 85%) che dipendevano dal miglioramento della classe sismica. Ora è semplice: 50% per la prima casa, 36% per le altre, sempre su 96.000 euro massimi per appartamento.
Non è cambiato quello che puoi fare: tutti gli interventi strutturali su edifici nelle zone sismiche 1, 2 e 3, comprese demolizioni e ricostruzioni che migliorano la sicurezza dell’edificio. Quello che è cambiato è che ora la detrazione si spalma in 10 anni invece che 5, come tutti gli altri bonus.
Attenzione se guadagni molto
Qui viene la nota dolente per chi ha redditi elevati. Se il tuo reddito familiare supera i 75.000 euro, iniziano le limitazioni:
- Fino a 75.000 euro: puoi usare tutto il limite di 96.000 euro
- Tra 75.000 e 100.000 euro: il limite scende a 14.000 euro
- Oltre 100.000 euro: il limite precipita a 8.000 euro
Ci sono dei correttivi se hai figli a carico, ma comunque per le famiglie ad alto reddito i bonus edilizi diventano molto meno appetibili.
Bonus mobili 2025, piccolo ma utile

Il Bonus mobili è sopravvissuto anche nel 2025 con una detrazione del 50% su un massimo di 5.000 euro di spesa. Sembra poco, ma se devi arredare dopo una ristrutturazione, 2.500 euro di detrazione in 10 anni non sono da buttare.
Elettrodomestici, attenzione alla classe energetica
Per gli elettrodomestici ci sono regole precise sulle classi energetiche minime: forni almeno classe A, lavatrici e lavastoviglie almeno classe E, frigoriferi e congelatori almeno classe F. Vanno bene anche piani cottura a induzione, condizionatori e radiatori elettrici.
Per i mobili invece c’è più libertà: letti, armadi, librerie, tavoli, sedie, divani, materassi, punti luce. Attenzione però: sono esclusi porte, pavimenti, tende e accessori puramente decorativi.
Il collegamento con la ristrutturazione
C’è un vincolo importante: per comprare mobili con il bonus nel 2025, devi aver iniziato lavori di ristrutturazione dal 1° gennaio 2024. Vale anche il collegamento con il Sismabonus, purché i mobili siano destinati alla stessa casa.
Come pagare: Solo bonifico bancario o carte di credito/debito. Sono vietati assegni e contanti. Se fai un finanziamento, va bene purché la società finanziaria paghi con metodi tracciabili.
Per alcuni elettrodomestici (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavatrici, asciugatrici) devi fare la comunicazione ENEA, ma se te la dimentichi non perdi il diritto alla detrazione.
I bonus minori, chi c’è e chi non c’è più
Bonus barriere architettoniche, l’unico superstite “generoso”
È rimasto solo lui tra i bonus “generosi” del passato: detrazione al 75% delle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025. I limiti variano a seconda del tipo di edificio: 50.000 euro per le case unifamiliari, 40.000 euro a unità per edifici da 2 a 8 appartamenti, 30.000 euro a unità per edifici più grandi.
Puoi installare scale, rampe, ascensori, servoscala, piattaforme elevatrici. Serve però l’asseverazione di un tecnico e bisogna rispettare le regole del decreto ministeriale 236/1989.
Bonus verde, arrivederci e grazie
Il Bonus Verde è morto il 31 dicembre 2024 e non è stato rinnovato. Se vuoi sistemare il giardino o la terrazza, non ci sono più incentivi specifici, a meno che questi lavori non rientrino in una ristrutturazione più ampia.
Bonus facciate, già sparito da tempo
Il Bonus facciate è scaduto nel 2023 senza essere rinnovato. Per sistemare la facciata puoi eventualmente sfruttare il Bonus ristrutturazioni se rientra in lavori edilizi più ampi, oppure l’Ecobonus se migliori l’efficienza energetica.
Superbonus 2025, l’ultimo atto
Il 2025 è l’ultimo anno del Superbonus nella sua forma attuale, e l’accesso è limitato a chi aveva già tutto pronto entro il 15 ottobre 2024. È la fine di un’era per quello che è stato il bonus più generoso della storia italiana.
Chi può ancora accedervi
Possono ancora sfruttarlo i condomini, gli edifici da 2 a 4 unità (anche se di un solo proprietario) e le organizzazioni no profit. Le villette unifamiliari sono definitivamente escluse.
Per rientrare nel Superbonus 2025 dovevi avere entro il 15 ottobre 2024:
- La CILA-Superbonus presentata (per interventi non condominiali)
- La delibera condominiale E la CILA (per i condomini)
- La domanda di permesso di costruire (per demolizioni e ricostruzioni)
L’aliquota 2025 è del 65% (era 70% nel 2024), ripartibile in 4 anni. C’è però una possibilità: chi ha sostenuto spese nel 2023 può scegliere di spalmare la detrazione in 10 anni invece che 4, presentando una dichiarazione integrativa entro il 31 ottobre 2025.
L’eccezione per le zone terremotate
Nelle zone colpite da terremoti dal 1° aprile 2009 con stato di emergenza dichiarato, il Superbonus rimane al 110% e si può ancora cedere il credito. C’è anche un’estensione al 2026, ma con un budget limitato di soli 100 milioni di euro – briciole rispetto al passato.
Modalità di fruizione unificate
Detrazione diretta, unica opzione
Cessione del credito e sconto in fattura: Divieto generale dal 17 febbraio 2023 per tutti i bonus edilizi. Eccezioni residue solo per crediti già comunicati e casi specifici in zone sismiche.
Ripartizione standard: 10 quote annuali per tutti i bonus (4 anni per Superbonus), utilizzabili fino a capienza fiscale IRPEF/IRES.
Limitazioni per redditi elevati
Plafond familiare: Per redditi superiori a 75.000 euro, limiti massimi alle detrazioni totali con coefficienti basati sul numero di figli. La misura impatta significativamente i contribuenti ad alto reddito.
Scadenze cruciali e tempistiche
2025: Ultimo anno per aliquote massime (50%/36%) 31 ottobre 2025: Termine dichiarazioni integrative per ripartizione decennale spese 2023 2026-2027: Riduzione generale delle aliquote 2028: Ulteriore riduzione con dimezzamento dei massimali
Documentazione essenziale
Tutti i bonus richiedono fatturazione dettagliata, pagamenti tracciabili con bonifici “parlanti”, titoli abilitativi appropriati, attestazioni tecniche per interventi specifici. La corretta causale del bonifico rimane elemento critico per il riconoscimento delle detrazioni.
Conclusioni strategiche
Il 2025 rappresenta un anno di transizione cruciale per gli incentivi edilizi italiani. La maggiorazione per le abitazioni principali offre un’ultima finestra di opportunità prima delle riduzioni programmate, mentre l’eliminazione delle modalità alternative di fruizione concentra i benefici sui soli contribuenti con adeguata capienza fiscale. La transizione energetica accelera con l’esclusione definitiva dei combustibili fossili, orientando il mercato verso tecnologie sostenibili.
Hai ancora dubbi sui bonus edilizi 2025?
Nonostante questa guida completa, è normale avere ancora qualche domanda specifica sulla tua situazione. Ogni casa e ogni progetto di ristrutturazione è unico, e spesso servono consigli personalizzati per scegliere la strada migliore.
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